In gravidanza l’alimentazione gioca un ruolo fondamentale sia per la salute orale e generale della donna e del feto sia per il corretto svolgersi della gravidanza, come già visto nell’ultimo articolo dedicato all’alimentazione in gravidanza per una bocca sana.
In questo periodo, la futura mamma è molto più motivata a rivalutare le proprie abitudini alimentari perché pensa non solo alla propria salute ma anche a quella del suo bambino. In questo contesto, un argomento davvero interessante è l’imprinting prenatale del gusto.
Impariamo a mangiare bene dalla pancia
Con un’alimentazione corretta, la futura madre può insegnare a mangiare bene al proprio bambino già dalla 30esima settimana di gestazione, guidandolo a una scoperta dei gusti che continuerà con l’allattamento e avrà il suo momento fondamentale dall’epoca dello svezzamento ai due anni del bambino.
La percezione gustativa del bambino è determinata geneticamente soprattutto in relazione ai gusti dolce, amaro, umami e piccante: avvertire e apprezzare in maniera diversa alcuni gusti è quindi una caratteristica genetica che può però essere influenzata e modificata dall’esperienza.
La prima esperienza di gusto si ha nel grembo materno, dove i sapori dei cibi assunti dalla madre passano nel liquido amniotico.
Nel feto lo sviluppo dei sensi ha un ordine temporale specifico: prima il tatto e l’equilibrio, poi l’olfatto e il gusto e infine udito e vista. Olfatto e gusto dipendono dalla presenza di recettori dotati di sensibilità chimica verso determinate sostanze e non dal fatto che quelle sostanze vengano inalate o gustate.
Vediamo cosa succede nelle diverse settimane, come sempre si tratta di fasce temporali indicative:
- ottava-tredicesima settimana: iniziano a formarsi i bottoni gustativi e i recettori del gusto vengono stimolati dai composti aromatici del liquido amniotico non appena il feto inizia a deglutire, intorno alla dodicesima settimana;
- ventiseiesima – ventottesima settimana: sono stati individuati cambiamenti di espressioni del volto del feto ai sapori, soprattutto espressioni di disgusto al sapore amaro;
- trentaduesima settimana: si è notato che il feto deglutisce più frequentemente in risposta al sapore dolce nel liquido amniotico rispetto al sapore amaro.
Le sostante presenti nel liquido amniotico, quindi, stimolano e influenzano la maturazione del gusto: il bambino avrà una preferenza innata (non genetica, derivata dai recettori) verso i sapori che ha conosciuto nel grembo materno e che derivano dall’alimentazione della mamma in gravidanza.
Alimentarsi bene in gravidanza significa quindi anche mettere le basi per un’educazione alimentare del proprio bambino che continuerà con l’allattamento e lo svezzamento.