Un ambiente analogico o digitale?
I nostri bambini sono nati, stanno crescendo e diventeranno grandi in un mondo dove la realtà virtuale e aumentata è sempre più presente nella vita di tutti i giorni.
I bambini, anche molto piccoli, sono spesso attratti dagli schermi e dai giochi digitali, tanto da indurci a pensare di utilizzarli anche per l’approccio o le cure odontoiatriche. A tal fine in moltissimi studi odontoiatrici si utilizzano sempre di più strumenti digitali, sia in sala d’aspetto che durante le cure: schermi, tablet, visori 3D.
Il dibattito è così attuale che sono stati fatti studi scientifici proprio sull’impatto dell’uso della realtà virtuale al fine di ridurre l’ansia odontoiatrica sia nell’adulto che nel piccolo paziente. Anche se i risultati dei vari studi non sono sempre univoci, parrebbe che, a differenza di quanto si potrebbe pensare guardando i nostri bambini che sembrano ipnotizzati davanti a un cartone o a un videogioco, nei bambini piccoli l’efficacia del device digitale sia limitata al fine di ridurre l’ansia, rilassare e distogliere l’attenzione durante le cure odontoiatriche.
L’efficacia sfumata e variabile di questi strumenti indicherebbe quindi che la strada più giusta con i bambini sia quella di utilizzare strategie alternative, che solo professionisti preparati e formati per lavorare con i piccoli pazienti possono assicurare.
Perché il dentista pediatrico per un’esperienza serena
Negli ultimi anni è decisamente aumentata la consapevolezza che i bambini hanno bisogno e hanno diritto a un “dentista speciale”: il dentista pediatrico. È lui che lavora con un team di collaboratori e personale qualificato in modo da mettere in atto non solo tecniche dedicate, indolori e minimamente invasive, ma anche metodiche di approccio e comunicazione al fine di creare una relazione empatica e ridurre l’ansia. Tutto ciò permette al bambino di vivere il suo percorso di prevenzione e cure odontoiatriche come un’esperienza positiva e serena.
A tal fine gli studi che si occupano in modo dedicato o addirittura esclusivo dei bambini, mettono in atto percorsi e metodologie consolidate dal primo incontro fino alle cure vere e proprie: amare i bambini e stare bene con loro sono dei prerequisiti indispensabili ma non sufficienti a fare di un dentista e della sua équipe una squadra adatta ad approcciarsi e a prendersi cura di un bambino.
L’attenzione agli ambienti e alla sala d’aspetto/accoglienza (spazi a misura di bambino, giochi, passatempi, colori), i protocolli di accoglienza e di ambientamento individualizzati sono tutti aspetti metodologici fondamentali, frutto di amore, passione ed empatia, ma anche di studio, perfezionamento ed esperienza.
In particolare, in relazione agli ambienti, quali sono gli strumenti migliori per rendere confortevole e attrattiva non solo la sala d’aspetto/accoglienza ma anche i momenti in cui il bambino sarà seduto alla poltrona per le cure o le procedure di prevenzione?
Bambini più o meno piccoli possono sentirsi a proprio agio in tantissimi modi: un gioco, un libro, una musica possono tutti aiutare a creare un luogo a misura di bambino. Ma è altrettanto vero che guardare un cartone, giocare con un videogame, interagire con lo schermo o addirittura entrare nella realtà aumentata con un visore 3D suscita nei bambini un’attrattiva quasi ipnotica, tanto è vero che spesso sono usati (ed abusati) allo scopo di tenerli tranquilli (al ristorante, durante un viaggio, al ristorante) o per farli mangiare senza capricci.
Senza voler demonizzare il digitale, il nostro studio e la nostra équipe ha scelto di privilegiare altri aspetti del gioco e del rapporto interpersonale.
In sala d’aspetto
Noi preferiamo chiamarla sala d’accoglienza e di svago. Infatti, il bambino non deve mai aspettare: la puntualità deve essere assoluta e i tempi del gioco fanno parte, prima e dopo la seduta operativa alla poltrona per la visita o le cure, del tempo dedicato al bambino.
In questi spazi preferiamo evitare la passività e stimoliamo il bambino al gioco, alla scoperta, all’interazione. I giochi in legno, i pupazzi a tema, i tabelloni e i giochi interattivi (molti dei quali home-made) conducono per mano, a piccoli passi, il bambino a muoversi con disinvoltura e naturalezza nello studio dentistico e a sentirsi in un ambiente sicuro e protetto, così come a casa o a scuola. Cerchiamo inoltre di introdurre con regolarità giochi, passatempi o libri nuovi, in modo da stimolare nuove curiosità, interessi e fornire momenti educativi, sotto forma di gioco, in tema di alimentazione e sane abitudini igieniche e di stili di vita.
Alla poltrona odontoiatrica
Dopo averli testati, abbiamo preferito rinunciare a schermi, cuffie e visori durante le cure. Tutti questi strumenti possono essere attrattivi per il bambino, ma lo isolano e ostacolano un vero rapporto empatico con noi operatori. Basti solo pensare al contatto visivo, fondamentale nella comunicazione non verbale, che diventa un irrinunciabile canale nel rapporto empatico, soprattutto mentre operiamo nella bocca del bambino e non è possibile uno scambio verbale bidirezionale.
Guardando negli occhi il bambino comunichiamo con lui e possiamo capire più che con le parole: il suo sguardo ci dice se è tranquillo, se è fiducioso e rilassato, se sta sognando ad occhi aperti sull’onda delle nostre parole e del nostro tono di voce mentre induciamo un rilassamento quasi ipnotico. O magari ci segnala, ancor prima che con le parole, se c’è qualcosa che non va, se sta perdendo la serenità, se è un po’ stanco e ha bisogna di una piccola pausa.
Se si è attenti e preparati, solo guardando negli occhi il bambino possiamo addirittura anticipare le sue necessità e modificare di conseguenza il nostro comportamento: tutto ciò non è sicuramente possibile se gli occhi del bambino sono rapiti da uno schermo o coperti da un visore!
Ecco, quindi, perché nel nostro studio non troverai schermi ma un atteggiamento che induce allo stimolo, allo scambio, alla reciproca conoscenza e all’immancabile e necessaria costruzione di un rapporto di fiducia.