Lo svezzamento, o meglio l’avvio all’alimentazione complementare, è quel passaggio da un’alimentazione esclusivamente lattea a una via via più solida e caratterizzata da alimenti diversi.
È un momento importante per l’acquisizione di nuovi comportamenti di fronte ad esperienze olfattive, gustative e tattili.
Per questo possiamo considerare lo svezzamento da vari punti di vista:
- sviluppo di nuove funzioni psicomotorie
- sviluppo del gusto
- stato di salute e benessere fino all’età adulta e sviluppo di un corretto macrobiota
- nascita di un rapporto mente/cibo
Oggi iniziamo un percorso di approfondimento su questo tema, per comprendere l’importanza di questa fase nella vita del neonato.
Lo svezzamento e lo sviluppo corretto di nuove funzioni psicomotorie
Lo svezzamento è una tappa importante nel lungo viaggio dello sviluppo della funzione alimentare del bambino.
Questa inizia nel grembo materno (al quarto mese di gestazione inizia la capacità di deglutire), continua con l’allargamento della tipologia di alimenti e termina con il traguardo di una alimentazione corretta, completa e “da adulto“ intorno ai 2/3 anni di vita.
Dallo svezzamento il bambino scopre nuovi cibi, nuove consistenze, nuovi odori e sapori che pian piano si affiancano e poi sostituiranno il latte nella sua alimentazione.
Quando cominciare
Prima dei 5 o 6 mesi nuovi cibi, diversi dal latte, preferibilmente materno, non aggiungono alcun beneficio alla crescita del bambino, ma poi diventano indispensabili per garantire tutte le sostanze indispensabili al suo sviluppo. Il periodo consigliato per iniziare va dalla 17° alla 26° settimana. Ogni bambino è però diverso e diverso è il momento ideale per iniziare, che dipende da vari fattori tra cui il raggiungimento della maturazione dell’apparato digestivo e renale, e di alcune tappe motorie.
Ecco alcuni indizi per capire se dal punto di vista psicomotorio il bambino è pronto:
- è in grado di mantenere la posizione seduta nel seggiolone e mantiene la testa eretta con facilità
- possiede un’adeguata coordinazione occhi-mano-bocca (cioè deve essere in grado di fissare il cibo, afferrarlo e portarlo alla bocca)
- deve essere in grado di accettare a livello sensoriale i nuovi cibi e di gestire quelli solidi all’interno della bocca
Tutte queste capacità si raggiungono di solito proprio tra il 4° e il 6° mese e non prima. Anche ritardare troppo però può essere controproducente dal punto di vista funzionale e motorio perché dopo il 7°/8° mese il bambino diventa diffidente verso le novità e ha più difficoltà ad imparare nuovi schemi motori di alimentazione se non li ha sviluppati prima, ad esempio capire che non deve spingere in fuori la lingua come faceva per alimentarsi poppando o scoprire come masticare e muovere la mandibola in modo corretto per la masticazione.
Comportamenti facilitatori per lo svezzamento
Per facilitare l’acquisizione corretta di nuove capacità e schemi motori possiamo seguire alcuni comportamenti utili:
- offriamogli i nuovi cibi sempre in posizione seduta, preferibilmente sul seggiolone
- proponiamogli piccoli assaggi e piccole quantità, in modo che il bambino impari a gestire il nuovo cibo senza perderlo, sputarlo e senza sentirsi soffocare o avere sforzi di vomito. Se anche però dovesse succedere, non dobbiamo spaventarci, preoccuparci o rinunciare: basta ricominciare subito con quantità minori
- il pasto è un momento di esplorazione non solo per la bocca: lasciamo che il bambino tocchi il cibo e lo porti alla bocca se lo desidera. Questo svilupperà il suo coordinamento motorio e la manualità
Cucchiaio e bicchierino, quali proporre
Svezzamento vuol dire non solo nuovi cibi ma anche modalità nuova di alimentarsi, cioè nuovi strumenti per mangiare e bere, vediamoli assieme.
Il cucchiaino
Alcuni bambini accettano subito il cucchiaino di metallo, altri fanno più fatica. In questi casi basterà iniziare con un cucchiaino di silicone, morbido e meno freddo, per poi passare a quello di plastica e infine di metallo. Il manico dovrà essere rotondo e largo, adatto alla presa ancora grossolana del bambino nei suoi tentativi di “fai da te”, anche se l’aiuto di un adulto sarà necessario mentre il piccolo sperimenta e sviluppa le sue capacità manuali!
Ricordiamo che mai l’adulto che somministra il pasto deve usare le posate del bambino per assaggiare: in questo modo si trasmettono al piccolo e ai suoi denti appena nati o in via di eruzione i batteri della carie!
Il bicchierino
Anche per bere usiamo nuovi strumenti: il bicchierino (con o senza beccuccio). Se il bambino è allattato al seno non occorre nemmeno che “conosca” il biberon, se invece lo utilizza per i pasti a base di latte, il biberon servirà solo per quelli e solo ancora per un po’, circa fino all’anno.
Bere dal bicchiere, anche se all’inizio sarà un po’ più difficile, gli permetterà di acquisire nuove modalità da “adulto”, usare cioè i muscoli della bocca, del viso, della lingua, inoltre affinerà i movimenti delle mani e delle braccia. Insomma un’ottima ginnastica che lo farà crescere!
E ricordiamo… il bambino deve bere sempre e solo acqua!!!!
Impariamo a masticare
Sempre dal punto di vista dello sviluppo psicomotorio di nuove funzioni, ricordiamo che non dobbiamo prolungare la fase dei cibi frullati (pappe) troppo a lungo.
Appena il bambino saprà padroneggiare la deglutizione è bene passare a cibo prima sminuzzato e poi a piccoli pezzetti, in modo che impari a masticare!
Bisogna anche proporre cibi di diverse consistenze (morbide, dure, pastose, croccanti, friabili, elastiche…): dobbiamo fornirgli stimoli diversi! E non importa se i denti non ci sono ancora: masticare farà sviluppare i suoi muscoli, crescere le sue ossa (mascella e mandibola) e favorirà l’eruzione dei denti.
Solo così il bambino potrà crescere in modo armonioso e si favorirà lo sviluppo di funzioni (masticazione, deglutizione, fonazione, respirazione) corrette, riducendo il rischio di futuri problemi ortodontici, respiratori e dell’articolazione delle parole quando inizierà a parlare.