Un’alimentazione sana e corretta è fondamentale per far crescere bene il nostro bambino e farlo diventare un adulto sano. Come abbiamo già detto nel nostro articolo sul gusto le basi per imparare a nutrirsi bene, in modo vario e corretto, si gettano già in gravidanza e durante l’allattamento, ma lo svezzamento è senz’altro un momento importantissimo. Infatti nel campo della nutrizione, come in molti altri (motorio, funzionale, psicologico) i primi 3 anni di vita sono fondamentali per gettare le fondamenta di una buona salute che durerà tutta la vita.
Per esempio, se fin da piccoli, si assumono con la dieta un eccesso di zuccheri e/o di grassi, viene stimolata la produzione di un numero maggiore di cellule grasse che ci accompagneranno per tutta la vita: sono cellule perenni e anche se da adulti ci mettiamo a dieta, il loro numero non diminuisce (diminuisce solo la loro grandezza) e saremo destinati a combattere sempre con il sovrappeso (effetto yo-yo). Una corretta alimentazione fin da piccolissimi quindi riduce il rischio non solo di obesità, ma anche di diabete, ipertensione, cardiopatie…
Scegliamo un’alimentazione corretta
Ancora una volta il benessere e la salute di nostro figlio dipende anche da noi: impariamo a fare le scelte giuste fin da subito! Certamente, non è mai troppo tardi nella vita per “correggere il tiro” e imparare i giusti comportamenti alimentari, ma sappiamo tutti che è molto più difficile cambiare delle cattive abitudini ormai consolidate che imparare direttamente quelle buone. Vediamo allora cosa possiamo prediligere e cosa è bene evitare per favorire lo sviluppo sano del nostro bambino.
Cereali e fibre
I cereali sono alla base della dieta mediterranea, che si è dimostrata una dieta sana, equilibrata e assolutamente da preferire sia per i grandi che per i bambini fin dallo svezzamento. I cereali sono la fonte principale dei carboidrati complessi (Amido) che, essendo assimilati lentamente, rappresentano una fonte di energia “a lungo termine”. Gli zuccheri semplici della frutta invece, vengono “bruciati” rapidamente e forniscono energia di utilizzo immediato.
La varietà di cereali è veramente grande e per semplicità in questa categoria ne comprendiamo anche alcuni che dal punto di vista botanico non sono dei veri cereali. Possiamo distinguere:
- cereali senza glutine: riso, mais, grano saraceno, miglio, sorgo, amaranto, quinoa
- cereali con glutine: frumento, farro, avena, segale, orzo, kamut
Nelle prime fasi dello svezzamento i cereali saranno usati sotto forma di farine e poi, via via, anche in altre forme e formati.
Una precisazione importante: mentre per l’adulto e per il bambino sopra i 2 anni è consigliato l’uso di cereali integrali, questo non è del tutto vero per il bambino molto piccolo. Infatti la parte esterna dei cereali, pur essendo la più ricca di proprietà nutritive, di vitamine e pur favorendo la formazione di una flora intestinale (microbiota), irrita l’intestino, non ancora maturo dei più piccoli e può provocare stitichezza, difficoltà digestive, assorbimento incompleto di alcuni nutrienti etc.
Offriamo quindi con gradualità e non in dosi eccessive le fibre ai nostri bambini, iniziando con quelle presenti nella frutta e nella verdura fresca, nei cereali come il farro naturalmente ricco di fibre anche se non integrale, per poi arrivare dopo il primo e secondo anno alle farine integrali da preferire da questo momento in poi a quelle bianche.
Nella scelta delle farine di cereali da aggiungere alle prime pappe è bene favorire la varietà (cambiare e alternare i diversi cereali), osservare la risposta del bambino (alcune come quella di riso può causare stitichezza) e calcolare la quantità di fibre contenute (leggendo le etichette) tenendo conto che, secondo le linee guida sull’alimentazione pediatrica, la quantità di fibra giornaliera per un bambino dai 6 mesi all’anno non dovrebbe superare i 5-6 gr.
Frutta e verdura
Abituiamoli fin dallo svezzamento a mangiare frutta e verdura in giusta quantità (2 porzioni di frutta e 3 di verdura). Ricordiamoci che la frutta è un cibo sano, ma è anche ricca di zuccheri: non diamogliene troppa a scapito delle verdure perché gli piace di più, e soprattutto non fuori pasto (merenda e colazione sono dei pasti).
Dopo le prime pappe abbandoniamo rapidamente il frullatore e abituiamo il nostro piccolo a consumare frutta e verdura a pezzettini di tutte le consistenze, forme e colori: non stiamo solo dando da mangiare al nostro bambino, ma gli stiamo fornendo esperienze sensoriali, tattili e visive che lo faranno “crescere” non solo di peso e altezza!
Attenzione ai grassi e alle proteine
Fin dallo svezzamento non bisogna poi eccedere con i grassi, soprattutto saturi e di origine animale. Ricordiamoci che le proteine, fondamentali in questo momento di grande crescita, sono sia di origine animale, e si trovano quindi nella carne, nel pesce, nei latticini, nelle uova, ma anche di origine vegetale: piselli, fagioli, ceci e lenticchie sono da considerarsi come fonte proteica e non come verdure!
Sale e zuccheri aggiunti, quando introdurli
Le Linee Guida Ministeriali e dell’OMS riguardo allo svezzamento, raccomandano di non aggiungere né sale né zuccheri ai cibi dei bambini fino ai 2 anni.
Ricordiamo che dopo tale età (e fino all’età adulta) la quantità di sale deve essere minima (5 gr al giorno) e quella dello zucchero deve essere tale da non superare il 5/10% delle calorie giornaliere. In pratica nell’alimentazione di un bambino di 2 o 3 anni non ci devono essere più di 15-30 gr di zuccheri aggiunti al giorno (un solo succo o una bottiglietta di the ne possono contenere fino a 30gr).
Latte
Per quanto riguarda il latte, durante lo svezzamento, se possibile, è consigliato proseguire con il latte materno, che si modifica via via in base alle nuove esigenze nutrizionali del bambino, o utilizzare un latte artificiale di proseguimento (tipo 2), un po’ più ricco di proteine e povero di grassi rispetto al tipo1.
Prima dell’anno è sconsigliato il latte vaccino, troppo povero di ferro è troppo ricco di proteine, che invece può essere tranquillamente dato dopo la 1a candelina, senza ricorrere al latte crescita (tipo 3).
Alcuni bambini, a partire dallo svezzamento o un po’ più tardi (quando si toglie il biberon, verso l’anno) mostrano di non gradire più il latte. Non facciamone una tragedia: in effetti l’uomo è l’unico mammifero che continua ad assumere latte dopo lo svezzamento. Non è fondamentale per la vita, anzi molti bambini, bevendo molto latte oltre e fuori dai 5 pasti consigliati, finiscono per assumere eccessive quantità di proteine e grassi o addirittura se, nel tentativo di farglielo piacere, le mamme aggiungono biscotti, miele, cioccolato aumentano a dismisura la quantità di zuccheri assunti! I minerali e in particolare il Calcio che si trova nel latte possono essere forniti dai formaggi, dallo yogurt o da altri alimenti (ad esempio il sesamo).
Allergie e intolleranze
Riguardo alle allergie e intolleranze, gli studi più recenti hanno dimostrato, a differenza di quanto si credeva un tempo, che introdurre tardivamente gli alimenti ritenuti allergizzanti non previene lo sviluppo di allergie o celiachia nei bambini predisposti. Via libera quindi alla varietà fin dall’inizio!
E da bere?
Mentre prima dello svezzamento il solo latte era sufficiente a soddisfare anche le esigenze di liquidi, con l’introduzione di nuovi alimenti, più solidi e saporiti, il bambino ha la necessità di introdurre liquidi. Ma deve bere solo acqua!
Molte mamme dicono che ai loro bambini l’acqua non piace e che “pur di non farli morire di sete” danno loro the, succhi, tisane. Nulla di più sbagliato: sono tutte bevande ricchissime di zuccheri, dannose per i denti e per la salute.
Basta non proporle mai al bambino (non comprarle, non averle in casa, non berle noi stessi): se non le conosce e vede il nostro esempio quando ha sete berrà acqua… è molto semplice! Ricordiamo inoltre che già dai 7/8 mesi l’acqua dovrebbe essere data col bicchiere e non con il biberon: svezzamento vuol dire anche nuovi strumenti e nuove modalità di assunzione degli alimenti per poter crescere bene.
Nuovi ritmi diurni e notturni
Oltre che a conoscere nuovi cibi, a usare nuovi strumenti e a imparare nuove funzioni motorie, con lo svezzamento il bambino deve iniziare ad assumere nuovi ritmi, più da grande. Mentre il neonato deve essere attaccato al seno a richiesta (anche 8/12 volte al giorno e di notte), man mano che cresce e soprattutto dal momento dello svezzamento, il numero dei pasti deve gradualmente essere ridotto a non più di 5 e soprattutto d notte non si mangia e non si beve più il latte!
L’abitudine di far addormentare il bambino attaccandolo al seno o col biberon deve essere abbandonata al più presto e anche le poppate notturne creano danni, vediamo assieme i motivi:
- è dannosissimo per i denti perché il bambino rimane tutta la notte, quando il rischio carie è altissimo, con i denti sporchi e poi è molto facile che si manifesti l’ECC, un grave quadro di carie a rapida progressione in bambini molto piccoli, anche a partire dai 12/18 mesi
- è dannoso per la qualità e la quantità del sonno che a partire dei 6 mesi dovrebbe essere continuativo, di notte, per almeno 6/7 ore. Sappiamo che i disturbi del sonno nel bambino portano a conseguenze importanti nello sviluppo cognitivo, nervoso e ormonale
- la notte non è fatta per digerire. Durante la notte l’intestino deve essere libero e l’organismo deve lavorare per altre cose: produrre l’ormone della crescita, riorganizzare le informazione del cervello per consolidare la memoria, rinforzare il sistema immunitario, inibire la produzione di cortisolo e ridurre così lo stress
Se di notte il nostro bambino si sveglia, non è per fame: adesso che sta crescendo dobbiamo imparare a capire le richieste sottointese dal suo pianto e dobbiamo rispondere ad esse in maniera adeguata, non solo con l’offerta del cibo/seno. Il bambino ne guadagnerà in salute dei denti, del corpo e della mente!